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Glossario informatico
 
 

 PI0 - PLU

PIO mode Programmed Input/Output Mode (modalità PIO)
 
Modalità di trasferimento dati da e verso il disco fisso, nella quale l'hard disk viene visto dalla CPU come un indirizzo logico di memoria al quale accedere attraverso interfacciamento con il controller. Si differenzia dal DMA mode per il fatto che il processore è direttamente coinvolto nel trasferimento dei dati. Modalità di trasferimento Commento Massima velocità di trasferimento dichiarata (MByte/sec) PIO Mode 0 compatibile AT 3,3 PIO Mode 1 controller local bus 5,2 PIO Mode 2 8,3 PIO Mode 3 molto diffuso e con tecnologia SMART 11,1 PIO Mode 4 non perde dati per saturazione 16,6 PIO Mode 5 lunghezza del cavo critica 20 DMA Mode 0 4,2 DMA Mode 1 13,3 DMA Mode 2 16,6 DMA Mode 2 Ultra ATA 33,3
PIO mode 3 Programmed Input/Output mode 3 (modalità PIO 3)
 
Protocollo di trasmissione dei dati dal disco rigido al processore attraverso il relativo controller, tipico della tecnologia Enhanced IDE alias Fast ATA. Costituisce un'evoluzione del protocollo PIO già usato nell'IDE standard. Arriva a una velocità di 11,1 MByte al secondo rispetto ai 3,3 MByte al secondo degli IDE convenzionali.
PIO mode 4 Programmed Input/Output mode 4 (modalità PIO 4)
 
Protocollo di trasmissione dei dati dal disco rigido al processore attraverso il relativo controller, tipico della tecnologia Enhanced IDE di seconda generazione alias Fast ATA-2. Costituisce un'evoluzione del protocollo PIO mode 3 già usato negli Enhanced IDE standard. Arriva a una velocità di 16,6 MByte al secondo rispetto agli 11,1 MByte al secondo del PIO mode 3.
PIO mode 5 Programmed Input/Output mode 5 (modalità PIO 5)
 
Protocollo di trasmissione dei dati dal disco rigido al processore attraverso il relativo controller, tipico della tecnologia Enhanced IDE di terza generazione alias ATA-3. Costituisce un'evoluzione del protocollo PIO mode 4 già usato negli Enhanced IDE veloci. Arriva a una velocità di 22 MByte al secondo rispetto ai 16 MByte al secondo del PIO mode 4.
pipeline canalizzazione, condotto
 
Una sorta di linea di assemblaggio dove l'elaborazione delle istruzioni viene suddivisa in numerosi gradini minori oppure in diversi stadi e ciascuno di questi viene affidato a un circuito a sé stante. Quando l'istruzione completa uno stadio passa al successivo e lo stadio che si è appena liberato inizia l'elaborazione dell'istruzione seguente. Ciascuna istruzione richiede diversi cicli di clock per giungere a completamento, ma suddividendo il processo elaborativo in diversi stadi e iniziando a elaborare il primo stadio della prossima istruzione non appena quella corrente lo ha completato, si riesce a portare a compimento con maggiore rapidità un'intera serie di operazioni. Tanto il Pentium quanto il 486 adottano una pipeline a 5 stadi (dimensione comune anche ad altri processori).
pipeline della grafica 3D Continua la lettura.....
pipelining
Una tecnica di progetto per l'architettura di un microprocessore che divide l'esecuzione di un'istruzione in diversi gradini sequenziali, usando diverse risorse dell'architettura per ciascuno di questi. Le macchine dotate di pipeline hanno diverse istruzioni che vengono eseguite contemporaneamente, però in diversi stadi della macchina.
pit buca
 
Nel registrare informazioni su un disco ottico si usano piccole buche (pit ) praticate all'interno di un'area piana e uniforme, tecnicamente definita land.
pixel picture element (elemento dell'immagine)
 
Il più piccolo tra gli elementi che vengono visualizzati su uno schermo. La più piccola area dello schermo che possa accendersi e spegnersi e variare d'intensità indipendentemente dalle altre. Il monitor è fisicamente suddiviso in migliaia di minuscoli punti luminosi ciascuno dei quali corrisponde a un pixel. Su uno schermo monocromatico il pixel è composto da un solo punto che può cambiare unicamente nell'intensità luminosa. Su uno schermo a colori il pixel è composto da tre punti, uno per il rosso, uno per il verde e uno per il blu, che combinandosi producono qualsiasi colore, di variabile intensità. Il numero di colori e di tonalità che possono essere visualizzati a video dipende dal numero di bit che all'interno della memoria video sono abbinati a ciascun pixel. Nel caso di sistemi monocromatici basta un bit (acceso spento), passando ai 256 colori ci vogliono 8 bit che diventano 24 quando si lavora con 16 milioni di colori.
pixel blending mescolanza dei pixel
 
Unire il valore di due pixel in modo da produrne un terzo che risulta dalla combinazione dei due. Vedi add pixel blending e source alpha blending.
pixelisation pixelizzazione
 
Effetto visivo a dente di sega o scalettatura su un'immagine digitale. Lo si nota particolarmente sui bordi o sulle linee diagonali. A volte viene questi difetti vengono anche chiamati jaggies.
plaid patterning tela di sacco
 
Una distorsione dell'immagine visibile in stampa dove l'immagine sembra attraversata da linee orizzontali e verticali come se fosse una tela di sacco. L'effetto è prodotto dal combinarsi di motivi ripetitivi all'interno dell'immagine che combinandosi producono l'effetto visivo in stampa. L'errore è tipico di quando di riprende a scanner un'immagine già retinata in partenza che presenta sequenze regolari di punti oppure quando l'immagine scansita o prodotta elettronicamente contiene motivi regolari e ripetitivi, come nel caso delle videate catturate dallo schermo di un computer.
player
Un software in grado di riprodurre musica, suoni e filmati video recuperati da disco oppure da un server Web. In quest'ultimo caso il player costituisce un'appendice del browser Web.
PLD
Polymer Dispersed LCD (display a cristalli liquidi con polimeri dispersi)
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Plug and Play inserisci e utilizza subito
 
Un sistema di configurazione automatica dei dispositivi hardware utilizzato nelle moderne versioni di Windows, da Windows 95 in avanti, che consente nella maggior parte dei casi d'inserire un nuovo dispositivo nel computer, lasciando che sia il sistema operativo a determinarne automaticamente la configurazione risolvendo eventuali conflitti con altri dispositivi già montati. Il nome suggerisce l'idea che l'oggetto funzionerò subito dopo averlo montato senza bisogno di ulteriori interventi. Nella realtà questo non sempre avviene e, a volte, diventa necessario comunque istruire a mano il sistema di configurazione. Tecnicamente, la parola Plug and Play identifica una filosofia di progetto e un insieme di specifiche che descrivono le modifiche hardware e software da apportare a un personal computer e alle sue periferiche così che l'assegnazione e l'arbitraggio delle risorse possa avvenire in automatico. Si tratta di elementi che si aggiungono e che non sostituiscono i driver già esistenti per le singole apparecchiature.
plug-in
Un programma ausiliario da abbinare a un applicativo di grande diffusione per ampliarne le funzioni. Il plug-in ha solitamente dimensioni ridotte e nasce per svolgere una sola funzione. Una volta che lo si è installato diventa parte integrante del programma ospite tanto da comparire nei menu di quest'ultimo ospite oppure da essere attivato automaticamente da quest'ultimo all'occorrenza. I più famosi sono i plug-in di Photoshop, che applicano filtri ed eseguono elaborazioni particolari sulle immagini, ma ne esistono parecchi anche per i browser Internet, con le funzioni più disparate.
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