MHS |
Message Handling Service |
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Un protocollo per lo scambio, la memorizzazione e la distribuzione di
messaggi di posta elettronica. Sviluppato da Action Technologies e altri,
e successivamente adottato da Novell per fornire sotto NetWare funzioni
di posta elettronica, di workgroup scheduling, di Electronic Data Interchange
(EDI) e di spedizione dei fax via rete. |
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MHTML |
MIME HMTL |
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Incapsulamento di pagine HTML all'interno di messaggi di posta elettronica conformi allo standard MIME. Le specifiche sono riportate nell'RFC 2110. |
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MIB |
Management Information Base (database informativo di gestione) |
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Una raccolta di oggetti a cui si può accedere attraverso un protocollo
di gestione di rete. La struttura viene costruita dall'agente di management
caricato sui vari dispositivi della rete. Ogni macchina che dispone di
un agente di gestione avrà anche un MIB associato. Quest'ultimo può esser
interrogato dal gestore al fine di costruire un MIB centralizzato, vale
a dire una lista che contiene i nomi logici di tutte le risorse presenti
in rete. Il MIB centralizzato riporterà solo dati generali, i MIB locali
co nterranno invece i dettagli. Tra le informazioni disponibili troviamo
il conteggio degli errori, l'indicazione del fatto che una particolare
apparecchiatura sia accesa oppure spenta, la posizione del dispositivo
all'interno di una struttura ad albero. Ogni ambiente di gestione utilizza
un MIB differente: SNMP, OSI, IBM SNA, ma sono disponibili funzioni di
traduzione. Nel dominio IP il protocollo SNMP può generare viste MIB (MIB
views) che contengono un sottoinsieme selettivo delle informazioni contenute
nel MIB creato dal singolo agente. Queste viste possono essere costruite
per la singola stazione oppure per un intero gruppo di stazioni appartenenti
alla stessa comunità SNMP. Per quanto riguarda la gestione di reti basate
su protocollo TCP/IP, le sue specifiche sono indicate nell'RFC 1156. |
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MIB-II |
Management Information Base-II (database informativo di gestione-II) |
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Lo standard che definisce la seconda versione di MIB per una rete Internet
basata sul protocollo TCP/IP. Rispetto alla prima versione, descritta
nell'RFC 1156, vengono migliorati il supporto per le reti multiprotocollo,
la compatibilità verso l'alto con SNMP, la pulizia del testo contenuto
nel database per renderne più agevole la lettura. Questo standard è definito
nell'RFC 1213. |
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MIC |
Memory Interface Component |
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Un buffer di memoria usato nel chipset Orion per favorire l'accesso multiplo alla memoria da parte di quattro processori Pentium Pro. |
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MichNet |
Michigan Network (rete del Michigan) |
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Una delle reti regionali (Regional Network Provider) che componevano Internet
negli Stati Uniti al tempo di NFSnet. Viene gestita da Merit Network,
un consorzio senza fini di lucro che riunisce le varie università del
Michigan e formato nel novembre del 1966 e che ha partecipato a diversi
progetti federali tra cui la creazione e la gestione della dorsale NFSnet
dal 1987 all'aprile del 1995. |
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Micro
Channel |
Abbreviato MCA. Un'architettura di bus per PC brevettata da IBM a metà
degli anni Ottanta e utilizzata sui computer della famiglia IBM PS/2 oltre
che sulle workstation RISC della stessa casa. La sua larga diffusione
è cessata intorno al 1995 quando IBM ha interrotto la produzione di macchine
di questo tipo. Offre connettori a 16 e 32 bit e incorpora funzioni di
autoriconoscimento e autoconfigurazione delle schede. Dal punto di vista
architetturale è stato il precursore dell'attuale bus PCI e per anni è
stato il bus tecnologicamente più veloce che ci fosse in commercio, trovando
ampio impiego nelle macchine server. Trattandosi di un'architettura proprietaria,
tuttavia, è stato adottato da pochi e le schede costavano di più dei modelli
corrispondenti per bus ISA o EISA. Trasferisce dati alla velocità di 20
MByte al secondo e può arrivare a 40 oppure ad 80 MByte al secondo. Esiste
anche una specifica per un bus Micro Channel a 64 bit capace di veicolare
160 MByte al secondo. Supporta fino a 15 livelli di bus mastering, cioè
l'interazione diretta fra scheda e memoria centrale senza coinvolgimento
della CPU. A differenza di quanto accade con il bus EISA, non è possibile
usare schede tradizionali di tipo ISA all'interno di una macchina Micro
Channel. |
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microcode |
microcodice |
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Una famiglia di micro-istruzioni (sequenze di bit di controllo) usate per coordinare l'esecuzione di istruzioni complesse separandole in segmenti di più piccole dimensioni. |
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microcontroller |
microcontrollore |
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Vedi microcontrollore |
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microcontrollore |
Un dispositivo elettronico che contiene in un singolo chip il processore
vero e proprio, i circuiti di controllo della memoria sia permanente (ROM)
sia volatile (RAM), e magari anche la memoria stessa, l'orologio di sistema
e l'unità di controllo delle funzioni di input/output. Viene usato solitamente
come unità di controllo di apparati industriali oppure come strumento
di controllo periferico per governare un dispositivo che faccia parte
di un sistema più complesso. Viene anche chiamato per semplicità "com
puter su chip singolo". Le applicazioni possibili sono tre: controllo
di dispositivi, dove guida la sequenza di operazioni che devono essere
compiute da una macchina utensile oppure da una periferica di computer;
controllo dei dati, dove le informazioni digitali provenienti da una o
più fonti devono essere trasferite a una o più destinazioni, oppure dove
diversi percorsi a bassa velocità devono essere riuniti in un singolo
fascio così da produrre l'equivalente di un canale ad alta velocità; controllo
di processo, dove si raccolgono misure da diverse sonde e si agisce in
modo continuo per regolare lo svolgimento di un processo industriale. |
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micron |
Unità di misura corrispondente a un milionesimo di metro oppure a un millesimo
di millimetro. Viene spesso usata in elettronica per misurare le dimensioni
dei singoli componenti all'interno di un circuito integrato. Gli attuali
processori, ad esempio, usano transistor con dimensioni inferiori al micron. |
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micro-op |
micro-operazione |
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Termine usato da Intel per identificare ciascuna delle operazioni in formato
RISC in cui il Pentium Pro traduce le istruzioni x86 che gli arrivano
dai programmi esterni. Questa traduzione viene eseguita per aumentare
le prestazioni (le istruzioni RISC sono tipicamente molto più semplici
e hanno un formato quasi sempre molto più uniforme di quelle appartenenti
all'insieme x86, vale a dire il set di istruzioni nato con l'8086 e sviluppatosi
seguendo l'evoluzione 80286, 80386, 80486 e Pentium). |
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microprocessor-based
array controller |
controllore di batteria dotato di processore |
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A differenza di una normale scheda d'interfaccia per batterie RAID, questo
tipo di controller dispone di un processore interno che esegue per proprio
conto tutta la gestione della batteria e sgrava il processore primario
del computer dalle operazioni di I/O. Viene usato nei server di fascia
medio-alta. |
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microprocessore |
Il cuore elaborativo del computer, quello che esegue tutti i programmi
e le istruzioni dell'utente. Un circuito integrato ad alta complessità
che esegue operazioni aritmetiche, logiche e di controllo all'interno
di un personal computer. E' stata proprio l'invenzione del microprocessore,
nel 1971, a consentire la successiva nascita del personal computer. Per
funzionare, un microprocessore deve essere associato a una memoria digitale
da cui leggere le operazioni da svolgere e i dati da elaborare e in cui
memorizzare i risultati. |
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middleware |
software d'intermediazione |
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Un tipo di software che funge da collante tra altri software affinché
funzionino insieme. Svolge funzioni di traduzione e conversione. E' invisibile
all'utente e viene utilizzato tipicamente dallo sviluppatore per meglio
collegare le applicazioni sviluppate ai servizi forniti da una particolare
piattaforma server. Può anche essere utilizzato come interprete per abbinare
la medesima applicazione a diverse piattaforme server. |
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MIDI |
Musical Instrument Digital Interface (interfaccia digitale per gli strumenti musicali) |
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Un protocollo standard per scambiare informazioni musicali tra strumenti,
computer e sintetizzatori (dispositivi elettronici che simulano il funzionamento
di vari strumenti musicali). Anziché trasmettere voluminosi file contenenti
un campionamento del suono che si vuole riprodurre o che si vuole registrare,
il computer si limita a scambiare comandi lunghi pochi byte che definiscono
la nota in tutti i suoi attributi primari: altezza, volume, durata, modalità
di esecuzione (ad esempio vibrato) e tipo di strumento che la produce.
La codifica MIDI definisce anche i vari bottoni, pedali e quadranti di
regolazione che esistono sui sintetizzatori. Il collegamento fisico è
composto da un cavo simile a quello seriale e ciascun canale MIDI presente
sul sintetizzatore corrisponde a uno strumento, o "voce", differente.
Si possono programmare diversi canali contemporaneamente per ottenere
un effetto orchestrale. Uno degli impieghi più comuni del protocollo e
dell'interfaccia MIDI è la sincronizzazione delle note prodotte su diversi
sintetizzatori, ma vengono anche usati per registrare su computer in forma
compatta intere sessioni musicali per poi riprodurle come nell'originale
oppure modificarle con appositi programmi di editing (basta cambiare il
contenuto dei comandi per mutare l'effetto sonoro risultante). Ad esempio
alterando la temporizzazione registrata nel file MIDI si modifica il ritmo
del brano. Si può eseguire la trasposizione automatica di un brano da
una nota chiave all'altra (ad esempio da LA maggiore a DO maggiore). I
programmi di editing convertono anche i comandi MIDI in una notazione
musicale su pentagramma da rappresentare a video o da stampare su carta.
Adottato dall'industria musicale nel 1983, questo standard aveva inizialmente
lo scopo di permettere la riproduzione dello stesso brano su sintetizzatori
diversi e oggi viene supportato dalla maggior parte dei sintetizzatori
e delle tastiere elettroniche, oltre che da diversi strumenti convenzionali.
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