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Glossario informatico
 
 

 DOS - DP

DOS kernel nucleo del DOS
 
I due programmi che contengono il codice eseguibile del DOS. I file corrispondenti si chiamano IBMBIO.COM e IBMDOS.COM all'interno del PC-DOS di IBM e si chiamano IO.SYS e MSDOS.SYS nell'MS-DOS di Microsoft.
DOS protected mode services servizi in modalità protetta per DOS
 
Anche definita DPMI. Una specifica di gestione della memoria che consente la coesistenza di programmi funzionanti in modalità protetta e di gestori di memoria che funzionano in modalità 386 avanzata (386 memory manager)
dot punto
 
Un grappolo di pixel anneriti dal toner, usato nella generazione delle mezzetinte per produrre l'apparenza del grigio.
dot cluster grappolo di punti
 
Un gruppo di pixel formato all'intersezione di linee diagonali immaginarie.
dot gain schiacciamento del punto
 
Poiché non è possibile usare inchiostri di diversa intensità, le varie sfumature dei colori presenti in un'immagine vengono riprodotti per mezzo di minuscoli punti, che avvicinandosi o allontanandosi (più numerosi o meno numerosi) producono all'occhio l'impressione di variazione dell'intensità di colore o di nero (vedi retino mezzetinte). Questi minuscoli punti vengono riprodotti su una pellicola fotografica da una speciale macchina di stampa a laser chiamata unità fotocompositrice o fotounità. In fase di stampa tipografica i punti tendono a ingrossarsi per effetto dello spandersi dell'inchiostro nelle fibre della carta. Questa espansione nelle dimensioni viene espressa come valore percentuale e cambia a seconda della carta. Risulta minore con una carta patinata e aumenta con le carte non patinate per arrivare al suo massimo con la carta da quotidiano. Il valore percentuale si riferisce allo schiacciamento del punto a una determinata gradazione di grigio o di colore. Ad esempio, nel caso di un retino al 20% con uno schiacciamento del 5%, l'ingrossamento del punto porterà l'intensità del retino al 21% (20% + 5% del 20%). Un retino dell'80% diventerà invece dell'84%. Il fenomeno s'inverte sui retini molto deboli, diciamo al di sotto del 10%, dove invece d'ingrossarsi il punto si rimpicciolisce perché l'inchiostro non riesce ad aderire bene. Maggiore è lo schiacciamento del punto, più impastati saranno i neri e più slavate saranno le aree chiare dell'immagine.
dot pitch passo tra due punti
 
Una misura della risoluzione di un display a colori espressa come distanza in diagonale tra i punti di fosforo adiacenti dello stesso colore. Indica la dimensione del più piccolo punto che un monitor può visualizzare sullo schermo. Sono migliori i monitor che hanno un dot pitch di 0,28 millimetri o inferiore. Si riferisce ai monitor costruiti con tecnologia trio-shadow mask, che utilizzano punti composti da tre pixel, uno rosso, uno verde e uno blu. La distanza tra un punto rosso (oppure verde oppure blu) e il punto rosso immediatamente successivo. Di solito varia da 0,26 a 0,51 mm. I grandi monitor per conferenze possono arrivare anche a 1 millimetro. Più piccolo è il passo tra i due punti adiacenti maggiore sarà la nitidezza. Un dot pitch di 0,31 millimetri o inferiore produce un'immagine abbastanza nitida per la riproduzione di testo sullo schermo. I monitor di tipo Trinitron usano un sistema un poco diverso poiché misurano la distanza tra strisce v erticali anziché la distanza diagonale tra singoli punti. Per impedire che il fascio di elettroni attivi la parte sbagliata dello schermo, i monitor a colori usano una maschera di copertura (shadow mask) costruita con un materiale metallico con cefficienti di dilatazione termica molto limitati (Invar, ad esempio) in cui sono stati praticati minuscoli forellini. Questi fori sono distribuiti in modo che il fascio elettronico possa colpirne solo una alla volta e che, una volta passato, raggiunga un solo punto sullo schermo. Minore è il diametro del foro maggiore sarà la risoluzione, anche se il diametro dei fori al centro sarà inferiore a quello dei fori periferici che il raggio colpisce obliquamente. Una cattiva regolazione tra quese differenze di ampiezza pro duce sfocature ai bordi.
dot-trio shadow mask
Il tipo più comune di monitor CRT. Usa un sottile foglio di metallo, detto maschera, posizionato tra i cannoni elettronici e lo strato di fosfori su cui l'immagine dovrà apparire. Nel foglio sono stati praticati minuscoli forellini che collimano il fascio elettronico che li attraversa, focalizzandolo con precisione su un particolare punto dello schermo così che questo s'illumini senza "sbavature" e risulti nitido. Questa tecnologia produce bordi netti e diagonali nitide, e si presta particolarmente alla visualizzazione del testo.
double buffering
Usare un doppio buffer per contenere due versioni dell'immagine da visualizzare. Una di queste sarà quella che compare in questo momento sullo schermo (front buffer), l'altra invece è l'immagine in corso di generazione che comparirà sullo schermo subito dopo quella al momento visualizzata (back buffer). E' una tecnica utilizzata per garantire la generazione fluida e costante di un elevato numero di fotogrammi al secondo. Le immagini 3D in movimento sono costituite da una sequenza di fotogrammi 2D generati ogni trentesimo di secondo e risultanti da decine di milioni di calcoli matematici. Ogni fotogramma viene inviato allo schermo sotto forma di bit "disegnati" in una finestra di memoria detta frame buffer. La tecnica del doppio buffering fa uso di due finestre di memoria separate; in questo modo l'acceleratore grafico può visualizzare un fotogramma in una finestra (front buffer) e, nello stesso momento, calcolare il fotogramma successivo nell'altra finestra (back buffer). L'assenza di questa funzione può causare animazioni poco fluide o errori di visualizzazione durante il passaggio da un fotogramma all'altro.
double super twisted nematic cristallo nematico super-ruotato a doppio strato
 
La tecnologia più comune per la produzione di display LCD con matrice passiva. Sovrapponendo due strati di cristalli ruotati ciascuno di 270 gradi e disposti in modo che la rotazione elicoidale delle molecole dell'uno vada nel verso opposto rispetto alla rotazione delle molecole dell'altro si ottiene un contrasto maggiore e una migliore resa dei colori di quanto sarebbe possibile con un display super twisted nematic a strato singolo. Vedi anche twisted nematic e super twisted nematic.
download scaricare
 
1. Copiare dati (di solito un intero file elettronico) sul proprio computer, prelevandoli da una fonte primaria che può essere una BBS, un servizio online oppure un server di rete locale.
2. Caricare una font all'interno di una stampante. La font viene prima caricata da dischetto nella memoria del computer e quindi trasferita nella memoria interna della stampante affinché sia disponibile per tutte le successive operazioni di stampa. Una font che è stata scaricata in questo modo si chiama soft font per distinguerla dalle hard font che risiedono in modo permanente nella memoria della stampante. La parola deriva dall'inglese "down" che vuol dire "in giù" o "verso il basso" e "load" che significa "caricare. Nel primo significato s'intende che la BBS o il server siano a monte e che la stazione locale si trovi a valle perciò si tratta di un fusso entrante dal punto di vista dell'utente. Nella seconda definizione il nostro computer si trova a monte e la stampante si trova a valle di consenguenza si tratta di un flusso uscente.
downstream traffico entrante
 
Il traffico che da Internet raggiunge l'utilizzatore finale. Di solito è molto più intenso del traffico uscente (upstream) e perciò richiede una velocità maggiore, come avviene nei modem 56K, nel modem ADSL e nei collegamenti a Internet via satellite.
downtime periodo di inattività
 
Il tempo durante il quale una rete o un sistema sono fermi a causa di un'avaria o di qualche lavoro di manutenzione.
DPC Deferred Procedure Call (chiamata procedurale ritardata)
 
Un metodo usato da Windows NT per schedulare il verificarsi degli eventi.
dpi dots per inch (punti per pollice)
 
La misura utilizzata per indicare la risoluzione delle immagini prodotte a video oppure in stampa e delle immagini riprese da uno scanner. Nelle stampanti laser e a getto d'inchiostro, indica il numero di punti di toner oppure di gocce d'inchiostro depositati in orizzontale oppure in verticale nello spazio di un pollice. Costituisce la misura più comune della qualità di stampa e della risoluzione di stampa, anche se nella stampa a colori conta molto anche il numero di tinte rappresentabili. Le quantità tipiche per una stampante sono 300, 600 e 1200 dpi. Dove per ogni passaggio si ottiene una quadruplicazione dei punti (visto che la risoluzione viene solitamente misurata in senso sia orizzontale sia verticale) e un miglioramento della qualità. Negli scanner indica il numero di pixel (punti dell'immagine) che il sensore ottico può costruire digitalmente partendo dall'immagine originale. Nei monitor indica il numero di pixel presenti nello spazio di un pollice, tipicamente 72 dpi.
DPMI Vedi DOS protected mode services
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