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L'opera dei pupi (opr'e pupi - l'opra dè pupi) è il teatro che per la sua tipicità ed esclusività, per la sua struttura stilistica e figurativa con cui vengono rappresentate le gesta dei paladini di Francia rappresenta per la sua intensa carica tradizionale popolare il fenomeno teatrale italiano che non ha uguali nel mondo.
Il teatro dei pupi non è un teatro di marionette ma è vero teatro in cui i personaggi, pur essendo di legno, prendono come per magia vita e voce per mezzo dei pupari.
 
I pupari (opranti), sono i manovratori dei pupi che stanno su un palchetto dietro la scena che assieme ai pupi sono protagonisti di uno spettacolo che nasce dalla spontaneità del pubblico che assiste e inconsapevolmente ne è partecipe.
I pupari sono dei veri artisti teatrali sono autori e attori, scrittori e costumisti, tecnici delle luci e musicisti, impresari e macchinisti e danno voce e sentimento ai loro pupi coperti di armature.
I pupari raccontano la favola di quelli che si battono contro il potere e le prepotenze riuscendo a vincere, una favola, solo una favola come si raccontava una volta, quando il narratore parlava in un cerchio di occhi sgranati e credeva anche lui nella sua favola.
Le rappresentazioni erano lunghe storie che venivano rappresentate a più puntate anche per molti mesi, ispirate alla letteratura epico-cavalleresca e più in particolare al ciclo carolingeo.
I paladini combattono per la religione, per l'amore, per la gloria, per la fedeltà; non combattono per diventare ricchi e potenti.
Forse per questo oggi la loro favola appare una rivisitazione nostalgica di un passato teatrale incerto tra folklore e cultura.
Lo spettacolo del giorno era pubblicato su dei cartelli di tela decorati e dipinti a mano e divisi in scacchi, di solito otto, in cui venivano illustrati i vari episodi.
Ma oggi lo spettacolo viene racchiuso in una sola serata e i cartelli hanno ormai solamente una funzione decorativa.
Ormai l'Opera dei Pupi, legata ad un passato è soppiantata da nuove forme di spettacolo come il cinema e la televisione.Quelle creature di legno ritornano nel buio, immobili, con gli occhi austeri, quasi a chiedere di essere riportate in vita.
   
Come dimenticare le gesta di Orlando e Angelica, Rinaldo e Floriana, Ferraù e Gradasso, Ruggero e Rodomonte, patrimonio incomparabile di un arte semplice e popolare.
 
 
 
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