|
|
|
più belle
e
preziose. Anche
la
parte
tecnica
del
movimento
si
trasforma
facendo
perdere
dalla
sua
mano
destra
il
filo
in
cambio
dell'asta
di metallo
per
permettere
una
più
agevole
manovra. |
Questa
evoluzione
segue
due
diverse
strade
o
meglio
due
diverse
scuole;
quella
palermitana
e
quella
catanese. |
|
|
Il
pupo
della
scuola
palermitana
è
alto
da
80
cm
a
100
cm,
pesa
circa
10
Kg,
ha
le
gambe
articolate
di
modo
che
possa
inginocchiarsi. Può
estrarre
e
riporre
l'arma
nel
fodero
grazie
ad
un
filo,
che
passa
attraverso
il
pugno
destro
del
pupo
ed
è
fissato
al
pomo
della
spada. La
visiera
dell'elmo
può
essere
abbassata
prima
di
un
combattimento
e
alcuni
pupi
possono
muovere
gli
occhi
e
la
bocca.
La
corazza
può
avere
decorazioni
a
sbalzo
o
arabeschi
in
ottone
saldati
a
stagno,
che
rendono
più
pregiata
l'armatura. |
Secondo
le
esigenze
di
rappresentazione,
la
testa
del
pupo
o
il
pupo
stesso
possono
cadere
in
pezzi.
La
manovra
del
pupo
avviene
di
lato,
chi
muove
il
pupo,
quindi,
si
trova
disposto
parallelamente
alla
scena.
|
|
|
Il
pupo
della
scuola
catanese
è
alto
da
110
cm
a
140
cm,
pesa
circa
30
Kg
,
ha
le
gambe
rigide
per
cui
non
può
inginocchiarsi,
non
può
estrarre
e
riporre
l'arma
nel
fodero
e
la
visiera
dell'elmo
non
può
essere
chiusa.
La
corazza
è
decorata
con
piastre
articolate
e
i
vestiti
sono
più
raffinati
rispetto
quelli
dei
pupi
palermitani.
La
manovra
del
pupo
avviene
dall'alto,
chi
muove
il
pupo,
quindi,
si
trova
disposto
su
di
un
piano
rialzato
dietro
la
scena. |
|
|
I
pupi
della
scuola
messinese
per
motivi
logistici
per
l’aspetto
itinerante
dalla
dimensione
di
130
cm.
diventano
di
circa
60/90
cm.,
dimensione
ridotta
compensata
da
arguti
giochi
di
prospettiva
nella
messa
in
scena.
La
corazza
è
decorata
con
piastre
articolate
e
i
vestiti
sono
di
raffinata
manifattura
La
dimensione
minore
si
traduce
anche
in
maggiore
manovrabilità,
che
rende
i
combattimenti
particolarmente
apprezzato.
|
|
|