Il
carretto
siciliano,
simbolo
popolare
oltre
ai
pupi
siciliani,
nasce
circa
un
secolo
fa
come
strumento
di
lavoro
e
se
ne
ebbe
maggiore
utilizzo
con
lo
sviluppo
del
sistema
viario
della
città
verso
i
campi
e
viceversa. |
|
|
La
sua
struttura
è
semplice:
è
un
veicolo
a
due
ruote,
senza
molle,
trainato
da
un
solo
animale
quindi
destinato
al
trasporto
di
carichi
non
eccessivamente
pesanti. |
|
|
|
Per
la
sua
realizzazione,
totalmente
artigianale,
vengono
utilizzati
diversi
tipi
di
legname
come:
il
noce,
per
le
parti
che
devono
supportare
il
maggiore
peso,
per
la
corona,
il
mozzo
delle
ruote,
le
sponde
ed
i
travetti;
il frassino
per
i
pioli;
il
faggio
per
le
mensole
e
le
stanche,
l'abete
per
tutto
il
resto.
|
Importante
rilievo
viene
dato
anche
a
quelle
che
sono
le
caratteristiche
decorative
sia
scultoree
che
pittoriche,
uso
che
possiamo
riscontrare
già
nel
seicento
e
nel
settecento;
decorazioni
ed
intarsi
che
erano
presenti
anche
nelle
portantine
e
carrozze
aristocratiche,
che
i
venditori
ambulanti
curavano
per
attrarre
l'attenzione
dei
passanti
e
quindi
poter
vendere
i
loro
prodotti. |
|
|
|
Nei
pannelli
che
ornano
le
fiancate
dei
carretti,
sono
un
classico
esempio
di
quella
pittura
artigiana
realizzata
sul
legno
raffigurando
dei
personaggi
appartenenti
alla
tradizione
cavalleresca
"dei
Paladini
di
Francia",
alla
mitologia,
alla
storia,
alla
cronaca,
alla
letteratura
oppure
raffigurazioni
di
soggetti
di
fantasia;
queste |
raffigurazioni,
nei
pannelli
laterali
dei
carretti,
erano
anche
un
mezzo
per
sintetizzare,
fatti
di
storia,
notizie
di
cronaca,
ecc.;
dal
momento
che
in
quell'epoca
molti
non
sapevano
ne
leggere
e
ne
scrivere. |
|
|