Un protocollo attivo sul server che assegna al volo indirizzi IP statici
o temporanei a tutti i client che si collegano in rete, risparmiando in
tal modo il lavoro manuale di assegnarli a mano. Un metodo dinamico usato
per assegnare automaticamente gli indirizzi IP alle singole stazioni di
lavoro in modo da evitare che esistano indirizzi "orfani" che restano
inutilizzati e così da semplificare il lavoro di configurazione della
rete. In fase di avvio, ogni stazione invia un broadcast al server DHCP
locale e riceve in risposta un indirizzo IP. Costituisce una versione
ampliata del BOOTP (Boot Protocol), con il quale è compatibile. Tiene
traccia automaticamente non solo degli indirizzi, ma anche di altri dati
relativi alla configurazione dei dispositivi presenti sulla rete. Determina
anche per quanto tempo (lease time) la macchina può utilizzare l'indirizzo
che le è stato assegnato. La procedura d'interazione tra client e server
è la seguente: il client viene avviato e inizia un breve dialogo con il
DHCP server il quale risponde fornendo il primo indirizzo disponibile
preso da un insieme d'indirizzi liberi e indica anche il periodo di tempo
per cui tale indirizzo resterà valido (periodo di cessione - lease time).
Alla fine di tale periodo il client chiede di rinnovare la cessione dell'indirizzo,
cosa che di solito avviene. In un ambiente dove il TCP/IP rappresenta
il protocollo maggiormente utilizzato, il periodo di cessione può essere
anche di diversi mesi (un quadrimestre, ad esempio), in ambienti dove
invece questo protocollo viene utilizzato solo sporadicamente, il periodo
di cessione sarà di un giorno, un'ora oppure anche un quarto d'ora (così
da mantenere liberi il massimo numero di indirizzi). Se il server non
riceve più notizie dal client al termine del periodo di cessione, esso
suppone che il client non sia più collegato e perciò recupera l'indirizzo
assegnatogli così che sia disponibile per il prossimo richiedente. Il
DHCP è particolarmente utile per la connessione saltuaria di notebook
e di apparecchiature mobili che si collegano alla rete da locazioni fisiche
variabili e torna anche comodo nella gestione di grandi reti. L'impiego
di questa tecnica può comportare problemi su una LAN virtuale che usi
l'indirizzo IP della macchina per instaurare il circuito virtuale, visto
che la potenziale modifica automatica dell'indirizzo scompagina l'assetto
della LAN virtuale. Il DHCP assegna anche altri parametri di configurazione,
come il nome di dominio a cui la macchina appartiene, la subnet mask e
altro ancora. Le specifiche del protocollo DHCP sono state riportate originariamente
nell'RFC 1531 e poi nell'RFC 2131. Le modalità d'interazione con il BOOTP
sono riportate nell'RFC 1534.
|