Pronunciato "em-peg". 1. Un comitato che lavora alla definizione di uno
standard per comprimere e memorizzare filmati e animazioni in formato
digitale per poi riprodurli a schermo pieno. Il comitato nasce sotto l'egida
dell'ISO/ITU-TSS. 2. Lo standard che prende il nome da tale comitato e
che definisce le specifiche per comprimere immagini video in movimento
usando una combinazione di JPEG e di una sofisticata forma di differenziazione
che codifica la sequenza video registrando unicamente le differenza tra
un fotogramma e l'altro, anziché ripetere tutte le volte l'intero contenuto
di ciascun fotogramma. MPEG-1 è stato approvato nel 1992 e fornisce un'immagine
standard ricavata dalla cattura di un quarto del video (352 x 240 punti)
che viene duplicato in verticale e in orizzontale al momento della proiezione
al fine di produrre 30 fotogrammi al secondo, 15 bit di colore (32.768
tinte diverse) e suono in qualità pari a quella di un CD-ROM. Un CD-ROM
da 650 MByte contiene 72 minuti di filmato MPEG-1 (1,2 Mbit per secondo).
Questo standard è adatto per tutte le applicazioni multimediali destinate
al mercato della casa. MPEG-2 s'indirizza invece al mercato del video
professionale e costituisce un'evoluzione dell'MPEG-1. Infatti quasi tutti
i decodificatori MPEG-2 possono riprodurre anche filmati in formato MPEG-1.
In questo caso lo schermo viene catturato per intero e non per un quarto,
e vengono riprodotti 30 fotogrammi al secondo, suddiviso ciascuno in due
semiquadri (la metà del fotogramma visualizzata a linee alterne, come
in un televisore). In ragione dell'alta risoluzione necessaria, MPEG-2
funziona al meglio quando dispone di una velocità di trasferimento compresa
tra 5 e 15 Mbit al secondo. Oggi questo standard viene impiegato nella
trasmissione via satellite da una stazione televisiva all'altra, dove
la qualità deve essere mantenuta al massimo risparmiando al massimo sull'impiego
della banda passante satellitare, notoriamente molto costosa. Un CD-ROM
da 650 MByte contiene circa 17 minuti di filmato MPEG-2 a 5 Mbit per secondo.
Per riprodurlo è necessario disporre di un lettore di CD-ROM a quintupla
velocità. MPEG-2 HHR è una terza versione proposta da IBM per ridurre
i requisiti dell'MPEG-2 e fornire al contempo una qualità molto superiore
a MPEG-1. Il metodo consiste nel catturare soltanto metà del fotogramma
il che riduce la risoluzione e permette di riprodurre filmati da CD-ROM
a quadrupla velocità lavorando a 3 o 4 Mbit per secondo. Un CD-ROM da
650 MByte può contenere 28 minuti di filmato MPEG-2 HHR. Per visualizzare
questo tipo di MPEG-2 è tuttavia necessario disporre di hardware particolare,
perciò è idoneo solo per applicazioni sviluppate su misura. Alcuni fornitori
sostengono di avere anche una forma modificabile (editable) di MPEG-1.
Si tratta in realtà di una deviazione dallo standard, che utilizza soltanto
fotogrammi di tipo I, ciascuno compresso come se fosse un'immagine fissa
elaborata con JPEG. In questo modo si finisce per occupare molto spazio
e di solito viene offerta l'opportunità di ottimizzare il filmato trasformandolo
in una sequenza standard di fotogrammi I-P-B e ritornando quindi al formato
MPEG-1 non modificabile. La compressione sfrutta il fatto che i fotogrammi
delle immagini in movimento sono composti di numerosi elementi che non
cambiano, come lo sfondo di un cielo azzurro, e che perciò possono essere
registrati una volta sola. Su questa base la tecnica registra le differenze
tra un fotogramma e il successivo. Esistono infatti tre diversi tipi di
fotogrammi in una sequenza MPEG. I fotogrammi di tipo I (intra-coded oppure
autosufficienti), i fotogrammi di tipo P (forward predicted, predizione
in avanti) e i fotogrammi di tipo B (bidirezionali). I fotogrammi di tipo
I (detto anche I frame) sono i più voluminosi poiché contengono tutte
le informazioni necessarie per essere ricostruiti. La loro compressione
assomiglia moltissimo alla compressione JPEG di un'immagine ferma. I fotogrammi
P (detti anche P frame) derivano dai primi, mentre i fotogrammi di tipo
B derivano da entrambi gli altri due tipi. Di conseguenza tanto il tipo
P quanto il tipo B sono meno voluminosi del tipo I, ma dipendono comunque
dall'esistenza di quest'ultimo.
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