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Glossario informatico
 
 
HTML
HyperText Markup Language
linguaggio per la codifica degli ipertesti attraverso marcatori

Il linguaggio utilizzato per realizzare i documenti ipertestuali del World Wide Web. Si tratta di un gruppo di marcatori che indicano al browser come visualizzare la pagina e permettono di stabilire collegamenti tra una parola o un intero blocco di testo e un'altra pagina Web, magari memorizzata su un server remoto. Il testo da codificare deve essere in formato ASCII e la marcatura dei brani interessati dal collegamento ipertestuale avviene mediante l'aggiunta di parole codice che possono essere digitate direttamente da tastiera oppure aggiunte per mezzo di traduttori automatici (i più recenti tra i wordprocessor dispongono di funzioni di traduzione automatica dal proprio formato a quello HTML). L'HTML deriva da SGML, rispetto al quale è molto più semplice, ma anche meno espandibile. L'elemento cardine per il funzionamento del World Wide Web è il protocollo HTTP (Hypertext Transfer Protocol). Si tratta di un protocollo molto semplice che regola l'interazione tra il nostro browser e il particolare server con cui quest'ultimo di volta in volta si connette a seguito di una nostra richiesta diretta oppure seguendo un rimando ipertestuale. La transazione tra queste due entità si svolge in quattro fasi: connessione, richiesta del documento, risposta e disconnessione. Le prime tre sono di solito segnalate nella finestra del browser con scritte in inglese che ci spiegano cosa sta succedendo. Nella richiesta il browser specifica al server quale protocollo deve essere utilizzato (HTTP oppure FTP o altro ancora) infatti lo stesso browser può essere utilizzato per collegarsi anche con siti che non fanno parte del World Wide Web e che offrono servizi Internet più tradizionali, come appunto lo scaricamento di file attraverso il protocollo FTP (File Transfer Protocol). Dopo che la pagina è giunta sulla nostra macchina, la connessione col server s'interrompe e va ripresa quando si chiede di passare a una seconda pagina sul medesimo server oppure a un secondo server. Questo talvolta vale anche per il percorso a ritroso, dove si chiede di visualizzare una seconda volta una pagina che avevamo già visto. L'eventuale presenza di grafica rende questo andirivieni abbastanza lento poiché tutte le volte gli elementi grafici devono essere scaricati di nuovo. Una soluzione pratica per eliminare questo inconveniente consiste nel creare una cache sul disco della nostra macchina o sul server che fa da gateway (porta di accesso verso Internet). Così, ogni volta che chiediamo una pagina già vista, la caricheremo dal nostro disco locale o ppure dal disco del server vicino anziché di richiamarla dalla Rete. I software di cache sono entità diverse dai browser e perciò bisogna procurarseli separatamente. Un sistema per non dover scaricare continuamente la stessa pagina (se questa contiene prevalentemente testo) consiste nel salvarla sulla propria macchina come file a sé stante e nel richiamarla dall'interno del browser come si richiamerebbe un qualsiasi documento dall'interno di un word processor (tra l'altro, alcuni programmi di elaborazione dei testi permettono di visualizzare e modificare queste pagine scaricate in locale senza dover ricorrere al browser). Il documento che circola sulla rete quando si è connessi a un server Web ha un formato particolare e usa al proprio interno una serie di codici che dicono al browser come visualizzare il testo e le immagini che vi sono associate. Il più diffuso tra i linguaggi usati per questa codifica è l'HTML (Hypertext Markup Language - linguaggio per la codifica degli ipertesti attraverso marcatori) che costituisce una versione semplificata dell'SGML (Standard Generalized Markup Language - linguaggio di codifica standard e generalizzato). Anche qui l'accento è sulla semplicità, infatti l'HTML prevede un massimo di 37 marcatori e chiunque può imparare a utilizzarli visto che richiamano lo stesso metodo di codifica in uso sui vecchi wordprocessor per DOS, dove il marcatore indicava la caratteristica di tutte le parole che lo seguivano (diceva ad esempio che erano in corsivo) e doveva essere seguito da un altro marcatore che ne annullava l'effetto. In questa figura vediamo un documento codificato con HTML.

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