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Glossario informatico
 
 
10Base-2
10 Mbps Baseband 200 metri
10 Mbps banda base a 200 metri su coassiale sottile
Rete Ethernet funzionante su cavo coassiale di tipo economico. Uno degli standard per le reti Ethernet, particolarmente diffuso alla fine degli anni Ottanta. Definisce le modalità per trasmettere dati a 10 Mbit per secondo con modalità baseband (a impulsi) su un cavo coassiale a sezione sottile (3/16 di pollice equivalenti a circa 5 millimetri di diametro, chiamato in sigla RG 58) su una distanza massima di 200 metri (185 volendo rispettare rigorosamente le specifiche dello standard). Il cavo passa da una macchina all'altra come un lungo serpentone flessibile e si connette in ogni fermata a uno speciale connettore a baionetta (BNC in sigla) sagomato a T. La base della T s'inserisce nella scheda del computer, mentre alle altre due estremità troviamo lo spezzone di coassiale entrante e lo spezzone di coassiale uscente. Ai due estremi del segmento vanno posti due tappi terminatori che impediscono al segnale elettrico di essere riflesso e di tornare indietro mescolandosi con quello in transito. Se s'interrompe il cavo in qualsiasi punto, l'intero segmento cade. Si tratta di un sistema di cablaggio economico e abbastanza flessibile: per aggiungere una macchina alla rete basta aggiungere un pezzo di coassiale e non bisogna comperare concentratori (hub) come nel caso del 10Base-T. Può integrarsi con una rete 10Base-T o 100Base-T con l'aggiunta di un dispositivo ponte (bridge). Ethernet su coassiale sottile basso costo, media distanza, alta vulnerabilità, potenziale obsolescenza

Una versione abbastanza recente di Ethernet e ancora molto popolare è quella chiamata tecnicamente 10Base-2. Il nome ci dice che funziona anch'essa a 10 Mbps, con una trasmissione di tipo baseband (un solo canale trasmissivo comune a tutti) e su una distanza massima di 200 metri. In realtà lo standard ufficiale specifica che la lunghezza del segmento sia di 186 metri, ma usando schede particolari, come quelle prodotte da 3Com e da alcuni suoi concorrenti, è possibile spingersi fino a 200 metri. Rispetto alla versione su coassiale grosso, questa rete è estremamente maneggevole e può essere montata da chiunque, con una spesa minima. Questa caratteristica la rende ideale per il bricolage informatico e per l'allestimento di LAN a cui si collegano da due a trenta macchine, tutte confinate entro uno spazio abbastanza ristretto.

È letteralmente imbattibile per piccoli impianti, visto che il costo da sostenere, oltre a quello della scheda, è solamente quello del cavo (poche migliaia di lire) e visto che si conserva comunque la possibilità di migrare alla versione su doppino in un secondo tempo. Infatti la quasi totalità delle schede Ethernet in commercio vengono offerte anche nella cosiddetta versione combo che contiene tutte e tre le uscite possibili, 10Base-2, AUI e 10Base-T, a prezzi anche molto convenienti. Chi invece cercasse il risparmio a tutti costi trova schede con la sola uscita 10Base-2 vendute per un tozzo di pane (poche decine di migliaia di lire).

Alla pari dell'Ethernet 10Base-5, anche qui la rete ha una topologia elettrica a bus che coincide con una topologia fisica sempre a bus, perciò il cavo di collegamento è uno solo e deve snodarsi come un serpentone lungo l'ufficio passando da una stazione di lavoro all'altra. A differenza del coassiale grosso, non è necessario disporre di transceiver (che sono già integrati nella scheda) e il cavo è molto flessibile (ha un diametro di circa 5 millimetri); perciò può essere portato fin sul retro del PC e collegato direttamente al connettore d'interfaccia. Il serpentone deve avere un inizio e una fine, quindi deve trattarsi di un segmento, e ai due estremi vanno montati i tappi di terminazione, simili a quelli usati nelle reti 10Base-5, ma più piccoli e con l'attacco a banionetta (BNC) che è tipico delle reti 10Base-2 su coassiale sottile. Anche qui, uno dei due terminatori, possibilmente, dovrebbe essere collegato a terra.

La rete non è composta da un singolo spezzone di cavo, ma da tanti cavi concatenati. Il punto in cui lo spezzone incontra il successivo coincide con il punto in cui un nodo si collega alla rete (per nodo, lo ricordiamo, s'intende qualsiasi apparecchiatura che riceva e trasmetta sulla rete in modo autonomo, come una stazione di lavoro, un server, una stampante, un ripetitore o altro). Il cavo viene venduto in spezzoni già pronti di lunghezza variabile (da 1 metro a 5 metri, di solito). A entrambe le estremità dello spezzone troviamo uno speciale connettore a baionetta, chiamato BNC, che deve essere montato da chi prepara lo spezzone di cavo. Tale operazione prende il nome d'intestazione e deve essere eseguita da personale specializzato dotato di attrezzi utili al fissaggio del connettore al coassiale. Un cattivo fissaggio produrrà disturbi in rete o persino l'interruzione del collegamento e sarà difficile da scoprire perché non sempre visibile.

Il rovescio della medaglia di questa rete estremamente economica e versatile è proprio la vulnerabilità. Il cavo coassiale non ha la robustezza di quello usato per le reti 10Base-5 e soprattutto in prossimità dei connettori tende a staccarsi, specie se qualcuno c'inciampa involontariamente (cosa che succede molto più spesso di quando si potrebbe pensare visto che il filo si trova in una posizione esposta). Qualunque interruzione o cortocircuito provocato su un tratto del coassiale provoca la caduta dell'intera rete e non è possibile ripristinare la connessione fino a che il pezzo difettoso non viene rimpiazzato. Infatti Ethernet impone che l'intero percorso da terminatore a terminatore debba essere completo. Anche il guasto di una delle schede collegate in rete può provocare l'arresto del sistema. Spesso è difficile localizzare esattamente dove il guasto si è verificato e, se la rete fosse particolarmente estesa, diventa poco pratico passare da una macchina all'altra per controllare tutti i connettori e tutte le schede, staccandoli uno per uno.

Una soluzione consiste nell'acquisto di un tester che indichi il punto in cui il cavo è interrotto o cortocircuitato. Questa prova teve essere effettuata a un estremo della rete e neanche questo è particolarmente comodo. Inoltre se ne ricava semplicemente la distanza a cui si trova l'interruzione rispetto al punto della misura. Questa distanza è relativa all'estensione del cavo e non alla distanza fisica nell'ufficio, perciò bisogna conoscere la lunghezza delle singole tratte di coassiale e sapere che percorso seguono per arrivare al punto giusto. Insomma 10Base-2 diventa sconveniente quando il numero di stazioni in gioco supera le poche decine, proprio per i limiti di manutenzione che presenta in caso di guasto.

Il vero pregio consiste nella facilità di montaggio e di espansione della rete. Si comincia con l'immaginare il percorso che il cavo deve seguire. Bisogna mantenere il più possibile un tracciato lineare, cioè evitare di andare avanti e indietro, sprecando cavo. Si collegano subito le macchine tra loro vicine e poi si passa al gruppo successivo e così via. La distanza minima tra una macchina è l'altra è di 50 centimetri (lunghezza minima di un tratto di cavo) e non 2,5 metri come nel cavo coassiale grosso usato per l'Ethernet 10Base-5, perciò è abbastanza agevole cablare anche macchine tra loro affiancate.

Si comincia dalla prima stazione della catena, si prende il connettore a T fornito a corredo e lo s'inserisce sullo spinotto a baionetta che spunta su retro della scheda. Non inserite il cavo coassiale direttamente nello spinotto della scheda, anche se ci entra benissimo, perché sarebbe un errore di cablaggio. Infatti il segmento deve sempre avere i due terminatori agli estremi e, quando si cabla la prima e l'ultima macchina, il terminatore va inserito in uno dei due spinotti che spuntano dal connettore a T. Quest'ultimo elettricamente non è altro che un replicatore dello spinotto di uscita della scheda e deve essere di buona qualità per non creare a sua volta cortocircuiti o cattivi contatti. I migliori connettori a T hanno un corpo di metallo esterno rinforzato (per resistere agli strattoni accidentali), riportano un numero di serie marcato a vivo sul bordo della borchia di fissaggio e hanno il conduttore interno dorato.

Una volta che il connettore a T è in posizione, s'inserisce a un estremo il tappo di terminazione e all'altro estremo il primo pezzo di cavo che proseguirà fino alla workstation successiva. Quando si arriva a questa, s'innesta un altro connetore e s'inserisce il cavo in arrivo in uno dei due spinotti della T, mentre sull'altro s'innesta il cavo che parte in direzione della prossima stazione. E si continua così, saltando da un nodo all'altro fino a che si giunge all'ultimo e si chiude la sequenza con un secondo tappo di terminazione. Quando si vuole aggiungere una macchina, basta staccare il pezzo di coassiale più vicino, inserirlo in entrata nella nuova scheda e aggiungere un pezzo di coassiale che richiuda il percorso. Per toglierne una si fa il contrario: si leva un pezzo di coassiale e si richiude il percorso escludendo la macchina che si desidera eliminare.

Non servono attrezzi particolari né abilità specifiche. Le uniche precauzioni sono di usare sempre il connettore a T su qualsiasi macchina che si collega, nel chiudere il percorso sui due estremi con due tappi di terminazione e nel creare un solo precorso ininterrotto tra questi ultimi.

Una rete di questo genere può essere facilmente integrata con una rete 10Base-5, basta usare connettori BNC che abbiano un'estremità sagomata per accettare i connettori "Serie N" per il coassiale grosso. Si collega anche molto facilmente a una rete 10Base-T perché ci sono in commercio dei concentratori (hub) per reti su doppino che hanno anche una presa BNC. In questo caso le due reti rimangono separate in termini di segmento, perciò si può raggiungere su entrambi i lati la massima distanza consentita dai rispettivi standard.

Chi installa oggi 10Base-2 deve avere la consapevolezza che si tratta di uno standard un po' vecchiotto, che resterà in vita ancora molto a lungo in ragione dell'ampio impiego che se n'è fatto alla fine degli anni Ottanta e all'inizio di questo decennio, ma alla lunga tenderà a scomparire come va scomparendo già oggi l'Ethernet su coassiale grosso. La sua condanna sta nella sua vulnerabilità. Nessuno vuole davvero investire su un sistema di cablaggio che può provocare da un momento all'altro l'arresto dell'intera rete, a meno che questa rete sia talmente piccola, che la diagnosi del difetto sia quasi immediata.

Alle reti 10Base-2 va riconosciuto tuttavia il grande merito di aver trasformato Ethernet in un prodotto di massa accessibile a tutti e utilizzato da molti. L'azienda che ha costruito storicamente la propria fortuna sull'esplosione delle reti di questo tipo è 3Com, tra i cui fondatori troviamo proprio quel Robert Metcalfe che inventò la prima versione di Ethernet su coassiale presso i laboratori Rank Xerox. Da allora 3Com ha allargato la propria area di attività anche alle reti su doppino diventando il principale fornitore al mondo di schede Ethernet in generale.

Altri nomi con cui le reti 10Base-2 sono conosciute sono Thinnet o Thin Ethernet (perché usano un coassiale sottile e thin significa appunto sottile), Cheapernet (perché sono economiche come indicato dalla parola cheap) oppure Ethernet su coassiale sottile.

Il cavo coassiale RG 58 usato in queste reti ha un'impedenza elettrica di 50 ohm perciò questo è il valore da assegnare ai resistori usati come terminatori ai due estremi (collegati tra i due poli del cavo così da permettere lo scaricarsi del segnale e impedendone la riflessione).

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